giovedì 27 novembre 2008

Saviano, Rushdie e l'autogestione


Ieri, approfittando dell'ultima giornata di neveneveneve (stando alle previsioni), sono andato ad assistere alla conferenza di Saviano e Rushdie sulla libertà di parola, organizzata dall'Accademia di Svezia.
L'idea iniziale era quella di postare qui un sunto più o meno critico di quanto detto, ma alla fine sono intervenuti due fattori: 1) non so se sarei stato in grado di riportare/commentare la serata in maniera efficace; 2) non ne ho voglia.
C'è gente con capacità e motivazioni ben superiori alle mie che ha già provveduto. Ad esempio su La Stampa e su Repubblica, quindi non mi dilungo oltre sui contenuti della serata.
(Era addirittura possibile ascoltare la conferenza via internet in streaming sul sito di un canale tivvù svedese che la trasmetteva QUI. Il link è assolutamente inutile, visto che al momento in cui scrivo è già stata trasmessa, per cui si ritorna al concetto a me tanto caro del blog di servizio del piffero).

Come al solito però, non riesco a trattenermi dal parlare del contorno, a partire dai tanto sospirati biglietti, prenotabili gratuitamente via e-mail da lunedì della settimana scorsa, ore 9.00 del mattino.
Metà della Stoccolma "Italiana" aveva puntato la suoneria qualche minuto prima dell'ora fatidica e, televideo alla mano, aveva cliccato su "send" allo scoccare esattissimo dell'ora.
Purtroppo una metà di questa metà non è riuscita ad avere i biglietti, tipo Elena. Il fatto che ad alcuni che avevano scritto più tardi, ADDIRITTURA in serata, fossero stati promessi i biglietti stessi, ha fomentato la ribellione dei turlupinati, che con polemico spirito italico si sono fatti sentire a gran voce, tipo Elena.

Rebellion, by Stephen Rubin

Ora, il funzionario italiano, quando viene preso di petto, il più delle volte non spreca nemmeno energia per ribattere, e se proprio è in vena di fare qualcosa si arrabbia pure lui di rimando, mandando violentemente il protestante a quel paese.
Il funzionario svedese invece non è abituato alla lamentela. Rimane spiazzato, si agita, si spaventa leggermente, e cerca di fare il possibile per rimediare all'increscioso (sempre) equivoco.
Morale: Elena ha avuto il biglietto.
Io ho visto il direttore dell'accademia di Svezia che stava in piedi, secondo me le hanno dato il suo.

Un'altra porzione (i più furbi e/o tecnologicamente avanzati) ha programmato outlook in ufficio il giorno prima per mandare l'email automaticamente, lasciando tutti gli altri con un palmo di naso (era una vita che volevo usare l'espressione "lasciare con un palmo di naso" in una frase di senso compiuto.).
I biglietti sono arrivati rapidamente a casa via posta (non commento, ci siamo capiti), in un'autorevole busta bianca con tanto di timbro dell'Accademia di Svezia. Bellissimo.

La preziosa lettera

Infine, la conferenza. Ho incrociato Elena mentre saliva cautamente (come tutti) per le stradine ghiacciate di Gamla Stan.
In coda all'ingresso abbiamo trovato Pamela, e dopo aver passato i controlli di sicurezza (mi viene da ridere) siamo entrati nella dorata sala dell'accademia. Lì ci hanno raggiunto Marta e Mauro(n). Abbiamo aspettato un'ora e mezza.

Miei pensieri salienti durante l'attesa:

"Eh, ma da qui non vediamo niente..."
"E se mettono una bomba?"

"Secondo me quel funzionario lì è vanitoso, è cinque volte che fa avanti e indietro senza motivo"
.
"Certo che le guardie del corpo italiane si riconoscono subito".
"Quanto manca?"

"Firulì firulà......"
"..."

"Uffa..."
"Devo leggere qualcosa di Rushdie. L'ultimo dicono sia bello".

"..."
"Davvero, ma se mettono una bomba?"
"..."

"Eccoli, eccoli...!"

"No, è di nuovo il tipo vanitoso..."


Alla fine sono entrati e hanno parlato.

Come detto, non parlerò dei contenuti. Gli interventi sono stati abbastanza interessanti. Un po' di disappunto per il fatto che Saviano non parlasse inglese e che l'interprete saltasse dei pezzi e traducesse a tratti sommariamente. A tratti lo stesso Saviano, che pure si era preparato il discorso scritto, era un po' contorto nell'esposizione dei concetti. Comunque bravo, soprattutto considerata la giovane età. Rushdie, come avevo già apprezzato in altre interviste tv da lui rilasciate (ad esempio a Che tempo che fa, che se funziona il link potete vedere QUI) è, contrariamente a quanto l'aspetto fisico possa suggerire, un mattatore, e l'esperienza pluridecennale si fa sentire. Ha preso appunti durante gli interventi del presidente dell'Accademia e di Saviano, e poi ha parlato a braccio, infarcendo l'esposizione di aneddoti buffi e battute.

Una seconda parte della conferenza si è tenuta in forma di domande e risposte, tutti insieme seduti a un tavolo. A mio parere lì sono state dette le cose più significative, da entrambi. Mi ha soprattutto interessato un'opinione di Rushdie sulla restrizione nella libertà di parola nel mondo occidentale, laddove dietro supposto rispetto per tutti i gruppi sociali e di pensiero, ogni opinione divergente è marchiata come politicamente non corretta o, peggio, offensiva nei riguardi del tal o tal altro gruppo e perciò censurata. Ma mi accorgo che sto parlando dei contenuti. AH! Non volevo. Smetto subito.




Poi la conferenza è finita, il tipo vanitoso ha portato dei fiori agli oratori e noi ce ne siamo andati, non prima di aver preso la copia in Svedese di Gomorra, distribuita gratuitamente all'uscita, e aver salutato Vanessa, Mariagrazia e Simone, incontrati alla fine.

E' seguito un meritato ristoro in un pub di Söder, dove ci hanno raggiunto altri esuli italiani, tra cui una futura emigrante, Flavia, venuta a trovarci con le sue salCiccie.

Mancava solo Giusi, in Italia, che ha però seguito la conferenza in streaming (quando era ancora possibile farlo).

Già, perché per questa settimana sono in AUTOGESTIONE, per usare le parole di Lorenzo, uno dei fedelissimi del Blog.
In realtà ho vissuto in appartamento da solo da quando avevo 19 anni, per cui me la cavo discretamente bene con la cucina. Ecco, magari non altrettanto bene con le pulizie di casa, non essendo l'ordine una delle mie priorità.
Come diceva Luca, un mio amico e compagno di stanza a Bologna per tanti anni, le cose di Davide sono come il kipple, di Dickiana memoria. Un indefinito insieme di oggetti ed effetti che lentamente, silenziosamente, un po' alla volta, strabordano invadendo lo spazio vitale. Entropia domestica.

Ora sto migliorando. Sto cercando di resistere. Avviso pubblicamente Giusi che la casa non è ancora "esplosa", nonostante ci sia andata vicino più volte. Ho pure innaffiato le piante. Incredibile, nevvero?

Comunque ieri mi sono detto: "Se sono in autogestione, voglio che sia una vera autogestione. Voglio sperimentare, per una volta almeno, la sensazione di non avere alternative alla mera sopravvivenza". E sono partito proprio dal cibo. Che ci vuole, basta entrare in un supermercato, andare agli scaffali frequentati unicamente dai locali, e MAI da italiani, e il gioco è fatto.

Voilà! Ravioli alla bolognese.

Yumm!

6 commenti:

Mauron ha detto...

Ooooooodddio, ecco cos'era che avevi "sperimentato"! Tanto di cappello!
Esito della degustazione?

Davide ha detto...

Guarda, nonostante apprezzi il buon cibo io sono anche una chiavica (mmmh...questa l'ho già sentita...). Ne ho mangiato qualche boccone, proprio perche' ero affamato.
Sugo:
Consistenza: default; Sapore: Vagamente pomodoraceo.
Pasta:
Consistenza: viscido-industriale (attesa); Sapore: non giudicabile (assente).
Ripieno:
Consistenza: Segatura-rappresa; Sapore: Segatura.

Ti dico solo che i tre quatri della scatola avanzati e ora in frigo ancora non li ho buttati perchè mi fa schifo andarci vicino.

lilì ha detto...

Wow, che coraggio a prendere sti ravioli! all'estero cerco di non prendere mai cose (pseudo)italiane ma ogni tanto qualche attacco di masochismo viene, non c'è niente da fare. Io in autogestione al massimo mi ero ridotto al riso con la nutella (in Germania) perché erano proprio le uniche due cose rimaste in casa, ma sono un dilettante ;-)))) E poi: com'è che sono UNO dei fedelissimi? pensavo di essere IL fedelissimo :-))))
Parlando di cose serie: interessante la conferenza che ho seguito un po' grazie a Giusi. E mi sono accorto che a fare chuchotage a Saviano c'era una nostra vecchia conoscenza che insegnava alla ssit ;-)))) Il nostro mondo è piccolissimo...

Davide ha detto...

RISO CON LA NUTELLAAAAAAAA ?????????

Anonimo ha detto...

Sì, e devo dire che era pure buono :-) Ah ecco, dimenticavo la mostarda (di frutta lombarda) con il gelato, che ha fatto inorridire perfino mio fratello che è un bidone dell'organico come il sottoscritto ;-)
L

Anonimo ha detto...

Ci sarei voluto venire alla conferenza, ma tempo e possibilitá me lo hanno impedito. I commenti degli svedesi in giro ?